200 ANNI DI BICI: PEDALATA ALLA SCOPERTA DELLE FONTANELLE RIONALI
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200 ANNI DI BICI: PEDALATA ALLA SCOPERTA DELLE FONTANELLE RIONALI

Il 12 giugno ricorre il bicentenario della bicicletta; festeggiamolo con una pedalata “culturale” alla scoperta delle “Fontanelle Rionali”. Appuntamento a Piazza Cavour domenica 11 giugno alle 20:30. Partenza alle 21:00.

A metà strada tra le fontane ornamentali ed i «nasoni» si possono collocare le fontanelle rionali che, il primo governatore di Roma, Filippo Cremonesi, commissionò all’architetto romano Pietro Lombardi; la realizzazione delle fontanelle gli fu assegnata con il vincolo di ambientare ciascuna di esse nello specifico contesto rionale, richiamando la caratteristica della zona o gli stemmi dei rioni, ne sono state realizzate nove, tra il 1926 ed il 1929.

La Fontana delle Palle di Cannone (1928)

Appena oltre i fornici aperti nel Passetto, è situata in via di Porta Castello, sotto un arco in travertino a tutto sesto, al centro del quale è raffigurato lo stemma del Comune di Roma, ed è costituita da un mascherone posto al centro di una piramide costituita da palle di pietra sovrapposte, chiaro riferimento alla vicina fortezza di Castel S. Angelo, che versa
l’acqua nella sottostante vaschetta-abbeveratoio per cavalli.

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La Fontana delle Tiare (1927)

Situata tra il colonnato di piazza San Pietro ed il Passetto di Borgo, sopra un robusto basamento tripartito sono sistemate tre vaschette semicircolari a forma di conchiglia che raccolgono l’acqua versata da tre cannelle abbinate, poste nella parte superiore di tre chiavi di S. Pietro e sormontate da tre tiare papali sulle quali se ne erge un’altra di coronamento: negli
spazi tra le chiavi sono scolpiti lo stemma di Roma e quello del rione Borgo.

La Fontana della Botte (1927)

Collocata in via della Cisterna, luogo rinomato per le sue osterie, in cui l’acqua sgorga da una botte di vino e si versa in un catino da mosto, affiancato da due misure di vino da un litro; è formata da una base sulla quale poggia un “caratello”, come veniva chiamata anticamente a Roma la botte con la quale si trasportava il vino, dal cui foro centrale fuoriesce un getto d’acqua che si versa nel sottostante tino da mosto, la botte è affiancata da due misure da vino da un litro, dai bolli dei quali esce l’acqua.

È interessante ricordare come un tempo i romani utilizzavano chiamare le misure del vino: “sospiro” o “sottovoce” corrispondeva ad un decimo di litro, “chirichetto” ad un quinto di litro, “quartino” ad un quarto di litro, “fojetta” ad mezzo litro, “tubbo” ad un litro, “barzilai” a due litri, che prese il nome dall’on. Barzilai (1860-1939) che usava offrire il vino, durante la campagna elettorale, in questi recipienti.

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La Fontana del Timone (1930)

Costruita in travertino è costituita da un’allegoria che si ispira allo stemma del rione Ripa, anche se territorialmente è situata nel rione Trastevere, addossata al complesso del S. Michele, ed agli elementi della navigazione, la barra ed il timone, dal centro del quale sgorga l’acqua che si raccoglie in una piccola tazza sospesa di forma circolare, con ampio bordo arrotondato. L’emblema rionale è impostato su due volute alle cui estremità altrettante formelle circolari modanate contengono due bocchette che versano sottili fili d’acqua nella vasca di raccolta interrata.

La Fontana delle Anfore (1926)

Realizzata in travertino e collocata nella piazza dell’Emporio a Testaccio, sul piccolo colle sorto dall’accumulo delle anfore rotte provenienti dal porto fluviale di Ripa Grande, oggi ricollocata al centro di piazza Testaccio, la fontana, costituita da un armonioso gruppo di anfore che ricordano il Monte Testaccio formatosi con le anfore rotte, è realizzata in travertino con una struttura a pianta circolare, divisa in quattro raggi da altrettante rampe di cinque gradini ciascuna, culminanti in un gruppo di anfore con unico zampillo centrale e vaschette laterali, circondata da dodici colonnine su due livelli.

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La Fontana dei Libri (1927)

Nella via degli Staderari, sede originaria dell’Università La Sapienza, caratterizzata da due coppie di libri poste ai lati di una testa di cervo, simbolo del rione, dalle quali pendono due segnalibri da cui sgorga l’acqua. Una curiosità: al centro della fontana, tra le corna del cervo, risulta inciso in verticale il nome del rione ed in orizzontale il relativo riferimento numerico, ma evidentemente c’è stato un errore perché S. Eustachio corrisponde al rione VIII e non IV come chiaramente inciso oltretutto scritto “alla romana”.

La Fontana della Pigna (1927)

In travertino posta di fronte alla basilica di San Marco, vicino al Vittoriano di piazza Venezia, nella quale due corolle di tulipani sostengono la pigna, che simboleggia il nome stesso del rione. L’acqua fuoriesce da due cannelle laterali e si raccoglie nelle vaschette a fior di terra protette da quattro colonnine.

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La Fontana dei Monti (1927)

Si trova in via di S. Vito, lungo la parete laterale della chiesa dei SS. Vito e Modesto ed è sollevata sul piano stradale da elementi a gradino. È composta da un insieme allegorico che si ispira allo stemma del rione Monti: tre monti stellati sovrapposti, in riferimento ad Esquilino, Viminale e Celio, un tempo tutti compresi nel rione Monti, dai quali fuoriesce l’acqua che ricade in altrettante vaschette sospese e lievemente modanate.

La Fontana delle Arti (1929)

di via Margutta, originale fontanina a base triangolare, con vertici arrotondati e sormontati da un secchio di pennelli, in relazione alla vita artistica che si svolge in questa via sin dal XVII secolo.
Fine del giro a Piazza del Popolo.

Ognuno pedala per se, nessuno è responsabile se non di se stesso, lo stile è sempre il nostro.


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