GRANDE COME UNA CITTA’ – Piazza del Campidoglio

Una vita difficile è un film del 1961 diretto da Dino Risi con Alberto Sordi e Lea Massari. Il film è stato inserito fra i 100 film italiani da salvare.

Alberto Sordi  è Magnozzi Silvio, romano, ufficiale di complemento, Partigiano e stampatore di un giornale clandestino (La scintilla), studente di architettura prima della guerra, poi aspirante giornalista. Magnozzi attraversa vent’anni di storia italiana e mezzo Paese, da un mulino di Dongo, sul lago di Como, alle trattorie di Roma passando per i locali notturni della Versilia, dalla miseria al boom, affiancato da una moglie, Elena, interpretata da Lea Massari che cerca di stargli vicino quanto può. «Ma non credere che sia difficile fare quattrini come fa questa gentaglia, Elena», le spiega a un certo punto il marito, «credi sia più difficile scrivere un brutto romanzo o vendere elettrodomestici? O vivere di sfruttamento come fa questa gente del Nord?».

La coerenza del povero Magnozzi verrà piegata, anno dopo anno, umiliazione dopo umiliazione, e una delle scene centrali del film è il pranzo  tra Magnozzi e il figlio, che ormai vive solo con la madre. «Paolino, ma la mamma ti parla mai di me? E che dice?». «Che sei sfortunato». «No, non è vero che sono sfortunato. La verità è che non ho mai cercato la fortuna». 

In questo film il personaggio Magnozzi, non è il solito prototipo dell’italiano medio incarnato da Sordi, ma un personaggio onesto e coerente a cui l’Italia del boom e dell’ipocrisia democristiana vorrebbe far ingoiare gli ideali a colpi di silenzi e obbedienza.

Panoramica su vent’anni di vita italiana attraverso le vicende di un ex partigiano giornalista che si inserisce nella borghesia reazionaria. Una delle più felici interpretazioni di Sordi in un personaggio per lui insolito, scritto su misura dalla sua eminenza grigia R. Sonego. 

 

 

Piazza del Campidoglio - Una vita difficile

  • Ciao, come ti chiami?
  • L'importanza delle parole e dei comportamenti
  • Il presidente dell'ACI, Sticchi Damiani, ha dichiarato in una intervista al Sole 24 ore: “Con l’intento di proteggere utenti deboli come i ciclisti, li favoriamo nel traffico, ma esponendoli a pericoli: sulle strade a senso unico, chi guida veicoli a motore non guarda se arriva qualcuno nell’altro senso”. E' questo il comportamento che secondo il codice della strada che il conducente di un veicolo deve tenere quando guida?