DA PORTA FURBA AL GIANICOLO – PERCORSO N.3
porta furba

DA PORTA FURBA AL GIANICOLO – PERCORSO N.3

In alternativa al Mandrione (percorsi in bici) o alla Caffarella (diario urbano). Scelgo Villa Lazzaroni, le terme di Diocleziano, il Circo Massimo ed il Ghetto.

A volte scelgo strade secondarie per raggiungere via Appia Nuova senza “toccare” la trafficata Tuscolana.

In prossimità di Via delle Cave inizio a condividere la strada con gli automobilisti, per alcune centinaia di metri. Molti di loro sono della serie “come sono bello, come sono figo, come sono grande, la strada mi appartiene!” La mia bici è bellissima, occupa poco spazio, non inquina, è divertente e veloce ma loro non lo sanno.

acea

Villa Lazzaroni e l’ACEA

Attraverso la villa fra gli schiamazzi dei bambini in procinto di entrare a scuola. Bevo un cicchetto al chiosco ACEA che offre gratis acqua liscia o frizzante e dose per bicchiere o per bottiglia. Proseguo verso la Via Latina fino alla Porta. Un cartello stradale vieta alle auto di transitare ma sono in molti a passare, praticamente tutti. Pedalo al centro della strada perché ai lati il fondo è vergognosamente sconnesso. Ciò nonostante, in discesa e con il vento sul viso, sono felice. Per un tempo breve quanto la durata di un lungo semaforo rosso mi illudo di vivere in una capitale civile. Piazza Numa Pompilio e un giardino verde dall’altro lato della strada con una ciclabile. Un semaforo con il simbolo della bicicletta e poi due, quattro, sei, a volte anche otto ciclisti, da non credere!

semaforo

Il Circo Massimo e via dei Cerchi

Scatta il verde, pedalo in tranquillità fino dentro alla vasca del Circo Massimo. Sono fra Palatino e Aventino in compagnia di un paio di ciclisti, qualche podista e turisti a bocca aperta. Noi in uno spazio immenso, i miei concittadini seduti in auto su via dei Cerchi, incolonnati e felici. Hanno acquistato “il bene” senza anticipo e rate a tasso zero, andare a 15 km/h deve essere una vera soddisfazione! Attraverso il ghetto e proseguo sul Lungotevere, che non mi va di percorrere via Giulia contro mano. Infine l’inevitabile salita su per il colle.

piazza numa pompilio

Il tempo è tiranno ma non per noi ciclisti

Anch’io come tanti devo arrivare a lavoro e timbrare un badge. Ciò nonostante posso salutare un amico ciclista che lavora in via Macedonia. Scambiare qualche parola con gli anziani intenti a riempire le bottiglie con acqua frizzante. Nulla mi impedisce di fermarmi per una breve pausa in una pasticceria o in un Caffè. Sono libera di spendere il tempo che ho guadagnato evitando il traffico con la mia bici ed arrivo sempre puntualissima. I miei concittadini no, loro cercano disperatamente parcheggio, lasciano l’auto in doppia fila o rinunciano ad un piccolo piacere.


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