VADEMECUM SEMISERIO DEL CICLOVIAGGIATORE. PARTE 3 - CON COSA
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VADEMECUM SEMISERIO DEL CICLOVIAGGIATORE. PARTE 3 – CON COSA

Raccolta di pensieri, informazioni e considerazioni di chi viaggia in bici da 15 anni senza alcuna cognizione di causa. Ma tant’è, il cialtrone non ha una struttura fisica o tecnica per viaggiare in bici, eppure non lo sa e ci va lo stesso (cit.)

Preamboli (auto)ironici a parte, sentivo il bisogno di mettere per iscritto una serie di consigli e in generale il mio modus operandi nel preparare e affrontare un viaggio in bicicletta, dato che – ce ne sono! – più di una persona si è ritrovata a chiedermi informazioni. Per questo, “semiserio”: perché viaggiare in bici non è una cosa seria, e perché quando se scherza bisogna esse seri (aricit.), proprio per far capire che chiunque può farlo, e non servono né ironman né tecnici provetti.

Dopo il Perché e il Come, in questa terza puntata tocca al “Con Cosa”: le intenzioni ci sono, ora tocca ai mezzi.

CON COSA

L’attrezzatura

Come molte delle cose scritte sopra, anche l’attrezzatura è molto soggettiva: c’è gente che viaggia con nulla, e altra con tutto. C’è gente che viaggia con tante cose inutili e pesanti e altra che riesce a non farsi mancare nulla viaggiando leggeri come piume (io questi ultimi li ho sempre invidiati, avendo sempre riempito le mie borse di zavorre rivelatesi totalmente superflue). C’è chi ha bisogno di una serie di oggetti inseparabili e chi invece partendo fa di tutto per separarsi degli oggetti, per starsene un po’ con sé stesso.

Si pone inesorabile la dicotomia Esigenza di Leggerezza vs. Concetto di Necessario.

I parametri-base sono innanzitutto:

  • modalità di pernotto (la tenda, il materassino e il sacco a pelo sono le prime cause di ingombro)
  • stagione (il freddo impone un abbigliamento più pesante e ingombrante)
  • disponibilità e voglia di lavare il proprio cambio (farsi il bucato diminuisce notevolmente la quantità di cambi da portarsi dietro)
  • quantità di attrezzatura per le riparazioni (dove stiamo andando? Siamo così fiduciosi del fatto che negli Altipiani dell’Anatolia troverò uno smagliacatene o un copertoncino da 28?)

Va da sé che un abbigliamento tecnico – leggero, poco ingombrante e di facile asciugatura – vince nella sfida all’etto di carico in meno.

Ma in fin dei conti, tocca considerare un’ultima domanda: Quanto ci spaventa il peso? Davvero partire con quel chilo in meno vale il partire senza una borraccia piena di grappa? Abbiamo tutta questa fretta di arrivare da non poterci portare dietro nemmeno un libro?

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La bici

Tanto per cambiare, anche questa è soggettiva. Questo articolo fornisce un’ottima panoramica sui tipi di bici da viaggio più diffusi, con spiegazioni tecniche che io a stento saprei dare. A seconda del grado di adattabilità (o di incoscienza, a dir si voglia), sentirai gente sostenere che si può viaggiare con qualsiasi bici e gente dire che senza una bici fatta così e così non si può viaggiare. Intanto, però, c’è gente che di fatto viaggia con qualsiasi bici. Una cosa è certa: quando si ha tutta la giornata per arrivare in un posto e l’unico limite imposto è quello della propria stanchezza, conta molto di più la comodità delle prestazioni.

I requisiti minimi di una bici da cicloturismo sono quindi i seguenti:

  • comodità: quando passi tutto il giorno sulla sella, e arrivi con la schiena rotta col pensiero di dover affrontare i km del giorno successivo, viaggiare può diventare un incubo più che quel sogno di libertà di cui parlavamo sopra. La bici da viaggio deve avere una postura comoda (manubrio, sella, misure giuste) e rilassata; a questo proposito, con gli anni mi sono abituato al manubrio da corsa e ora non riesco più a pensare a una bici da viaggio senza la piega, che consente una posizione della schiena in diagonale molto riposante per lunghe distanze.
  • resistenza: quando si viaggia carichi, si sottopone ogni componente della bici – telaio, ruote, portapacchi – a uno sforzo sovradimensionato: portare un centinaio di kg per un centinaio di km causa sovraffollamento di centinaia, ed è bene che il nostro mezzo non sia troppo delicatino, perché ogni movimento e tensione viene ingigantita da uno stress continuo.
  • una buona tripla davanti: puoi avere la migliore gamba al mondo, ma se viaggi a pieno carico non puoi affrontare le salite senza un rampichino degno di questo nome. Poi, certo, si fa tutto, ma perché soffrire di proposito? Rapporti agili e leggeri e nessuna velleità da tutinato è la prima regola della pedalata da viaggio; sono sempre più diffuse tuttavia le bici monocorona con compatta dietro, che garantiscono comunque rampichini senza bisogno di tripla.   

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Componenti,  marche e feticci

  • copertoni: se ogni componente di una bici da cicloturismo deve o dovrebbe essere resistente, la priorità assoluta va ai copertoni, che saranno sottoposti a fondi stradali diversi: in linea di massima, anche qui dipende dal tipo di viaggio che si è pensato, e dalla programmazione dell’itinerario su strada, su sentieri o ibrido, ma questo le vedremo nelle prossime parti; i requisiti sono uno spessore non troppo sottile (tra il 25 e il 35) e una resistenza alle forature. Quando si viaggia la prima marca che viene alla mente è la Schwalbe, e i più gettonati sono senz’altro i Marathon Plus, sebbene ci sia anche chi non la pensa così. Altri copertoni usati sono i Durano, sempre della Schwalbe, i Continental, i Michelin , ma personalmente mi sono trovato benissimo con i Kojak (ancora una volta della Schwalbe), che sono totalmente lisci e leggerissimi, e costituiscono quindi un ottimo compromesso tra scorrevolezza su asfalto e agilità su sterrato (tengono bene anche con la pioggia).
  • cambio: come già detto, è necessaria almeno una tripla davanti, e un cambio resistente e agile. Sul lato tecnico non mi soffermo, se non per dire che personalmente ho sempre viaggiato con cambi economici (Shimano Tourney, Acera) e a meno che non si facciano viaggi intercontinentali possono svolgere il loro compito in maniera decente; sempre per opinione personale, mi trovo molto bene con i comandi bar-end (le leve alla fine della piega del manubrio), che di fatto liberano spazio sul manubrio per attacchi borse, luci, bandierine e cotillon.  
  • sella: Brooks, BMP, Selle Italia e Royal sono solo alcune delle marche più quotate.
  • portapacchi: entro certi carichi e viaggi di una certa difficoltà, è sufficiente un portapacchi tarato per il carico previsto, ma la migliore scelta per il cicloturismo è senz’altro il Tubus, ma anche il Racktime o il Radon costituiscono ottime scelte più economiche. Va da sé che io ho sempre usato roba ancora più economica e finora sono sempre tornato a casa, ma tant’è;  
  • borse e bagaglio: il must del cicloviaggiatore è senz’altro la coppia di borse Ortlieb, praticamente eterne e impermeabili. Ne esistono vari modelli, più innumerevoli accessori che vanno dalle borse da manubrio all’abbigliamento. Ottime ma più costose anche le Vaude, più economiche e meno resistenti le BRN, ancor più economiche ma sconsigliate le Btwin della Decathlon

A proposito di bagaglio: farlo è una delle cose più divertenti del viaggio. E la prossima puntata la dedicheremo unicamente a una lista di oggetti da portare in un cicloviaggio.


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