La colonna invisibile su via Parigi nascosta dal traffico
colonna via parigi

La colonna invisibile su via Parigi nascosta dal traffico

Il traffico su via Parigi ogni giorno nasconde una delle bellezze di Roma. Si tratta di una colonna risalente all’epoca romana che sorregge una curiosa scultura in bronzo a forma di nave.

Davanti alle Terme di Diocleziano, fra il vecchio Planetario e la Galleria Esedra, annerita dallo smog e col basamento saccheggiato dalle lettere dell’iscrizione, la colonna di via Parigi è davvero difficile da notare, imprigionata al centro delle strisce blu, con auto parcheggiate a pochi centimetri dalla base.

colonna caravella verticale

La storia

Anni fa il Corriere della Sera (8 febbraio 2004, p. 44) pubblicò un articolo che riportava la tesi di una professoressa dell’Università di Tor Vergata che sosteneva che il monumento fosse stato posto lì nel Cinquecento dal Cardinale francese Jean Du Bellay. Il cardinale infatti possedeva all’epoca un’immensa villa che occupava quasi tutta l’area delle Terme di Diocleziano (fig. 2). Secondo l’opinione della studiosa, Du Bellay, importante e appassionato collezionista di antichità, decise di erigere il monumento per ricordare il naufragio avvenuto nei pressi di Marsiglia nel 1554 di una sua nave che trasportava sculture antiche destinate a Francesco I Re di Francia. Via Parigi, all’imbocco della quale il monumento si trova, avrebbe secondo questa tesi preso il nome proprio dal cardinale in questione, che negli ambienti romani era conosciuto come “Cardinale di Parisi”, cioè di Parigi, date le sue origini francesi.

horti belleiani
Bernardo Gamucci, gli Horti Belleiani e la rotonda termale 1565

In un articolo pubblicato sullo stesso giornale nei giorni successivi seguì una lettera contenente una  clamorosa smentita a questa tesi. Infatti un benemerito cittadino per niente titolato, fece notare alla professoressa che alla base della colonna è presente un’iscrizione che ricorda lo storico gemellaggio avvenuto nel 1956 fra Roma e la capitale Francese. Via Parigi, per altro aperta e sistemata solo nel dopoguerra, deve il suo nome quindi a questo evento e il monumento non risale affatto al Cinquecento, ma appunto al 1956: la scultura della nave, infatti, fu donata dal Comune di Parigi perché la caravella è appunto il simbolo ufficiale della città. Il Comune di Roma donò a sua volta una scultura con la Lupa Capitolina, attualmente esposta nei giardini Place Paul Painlevé nel Quartiere Latino. La lettera del cittadino concludeva: «Piuttosto che svelare un inesistente mistero, il Corriere avrebbe potuto più utilmente dedicare lo spazio del giornale a discutere su come recuperare uno spazio così prestigioso, tra l’ex Planetario, il Grand Hotel e l’Esedra, oggi abbandonato a sé stesso, dominio di parcheggiatori abusivi e di storni che fanno cadere le loro deiezioni sui passanti».

terme anni 30
Una foto della zona negli anni Trenta

«Piuttosto che svelare un inesistente mistero, il Corriere avrebbe potuto più utilmente dedicare lo spazio del giornale a discutere su come recuperare uno spazio così prestigioso, tra l’ex Planetario, il Grand Hotel e l’Esedra, oggi abbandonato a sé stesso, dominio di parcheggiatori abusivi e di storni che fanno cadere le loro deiezioni sui passanti».

Via Parigi oggi

In effetti la zona dove si trova via Parigi, in epoca romana occupata dal complesso delle Terme di Diocleziano e nel Rinascimento sede della prestigiosa villa ricordata sopra, è oggi un luogo davvero squallido. Oggetto della sfrenata speculazione edilizia che investì Roma alla fine dell’Ottocento, fu martoriata da interventi urbanistici incauti: la costruzione della Stazione Termini, lo sventramento fascista di Via Bissolati (che ha riversato sulle piccole vie Cernaia e Parigi uno sproporzionato volume di traffico) la costruzione di moderni palazzi per uffici, i cui parcheggi sotterranei contendono il posto alle rovine romane.

colonna nel traffico
Via Parigi oggi: la colonna dov’è?

Roma è piena di angoli di storia come questo, che hanno molto da raccontare, nascosti e umiliati dal traffico e dalle auto parcheggiate, che sarebbero da recuperare e valorizzare!


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