5 IN CONDOTTA! (OVVERO: I CICLISTI E LE REGOLE)
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5 IN CONDOTTA! (OVVERO: I CICLISTI E LE REGOLE)

Partiamo da una premessa ovvia e banale: i ciclisti sono persone, esseri umani, così come gli automobilisti. Alti, magri, calvi, pelosi, belli, brutti, maschi, femmine… bravi e stronzi. In questo non fanno eccezione nel genere umano, non sono una razza a parte.

Quello che spesso si sente dire in giro è che “però guidano come matti, passano col rosso, vanno contromano, non indossano il casco, si piazzano al centro della carreggiata rallentando le automobili”.

“Pensano di stare in vacanza mentre noi andiamo al lavoro”. Si, magari!

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Il buon senso, questo sconosciuto.

Usando la bici per muoversi in città capita spesso di arrivare ai semafori davanti alle auto ferme. In alcune situazioni, con massima visibilità e assenza completa di auto che traversano la strada può capitare di effettuare un attraversamento dell’incrocio quando il segnale semaforico è ancora rosso. Questa manovra, seppur in contrasto con le regole della strada a volte viene effettuata dai ciclisti per evitare le ripartenze in mezzo alle auto, molto pericolose perché al verde le auto si muovono tutte insieme in accelerazione.

Non stiamo dicendo che questa pratica sia giusta ma poi alla fine vi diremo quali sono i motivi per cui la regola non è sempre dettata dal buonsenso. Andare contromano in una strada (che significa senso unico eccetto bici) si può verificare su una strada con velocità moderata (ad esempio una zona 30 o strada residenziale). E’ una buona pratica introdotta in molte città europee e in alcuni comuni italiani (in contrasto con il CdS però!) per ridurre la velocità dei veicoli a motore e aumentare la sicurezza e la condivisione della strada. Tutt’ora è al vaglio delle modifiche del CdS e dio solo sa quando potrà diventare legge.

Per il casco possiamo fare un discorso di effettiva utilità. In nessun paese l’utilizzo del casco come misura obbligatoria ha ridotto la incidentalità o il tasso di traumi cranici. Le uniche misure efficaci in tal senso sono provvedimenti strutturali e di moderazione della velocità. Stesso dicasi per il posizionamento della bici al centro della carreggiata: se non si vuole correre il rischio di ricevere una sportellata o di farsi fare il pelo dalle auto in sorpasso è una buona pratica.

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Perchè due non fa tre.

Il fatto è che il CdS e la progettazione attuale delle strade sono pensate “ad uso e consumo” di chi va in automobile. Motivo per il quale chi si trova invece a spostarsi in bici viene evidentemente penalizzato in termini di sicurezza assoluta e percepita. Questa grave carenza porta gli utenti a sopperire attraverso comportamenti che -seppur a prima vista possono essere considerati fuori norma- sono in realtà aggiustamenti che consentono la sopravvivenza. Ovviamente se, e ripetiamo se, utilizzati con il buonsenso e la dovuta cautela. Pedalare velocemente come se nulla fosse su un marciapiede frequentato da pedoni facendo lo slalom evidentemente è una cazzata bella e buona.

E’ evidente che se la strada e le sue regole non ponessero il ciclista nella posizione più svantaggiata, ad esempio agendo sulla moderazione della velocità, realizzando presìdi strutturali che incrementino la sicurezza, aumentando la percezione della presenza delle bici sulla strada, non sarebbe ovviamente necessario utilizzare questi aggiustamenti. Ma il fatto è che anche il ciclista, come tutti, ci tiene a portare la pelle a casa a fine giornata. Se poi è uno stronzo, sono affari suoi.


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