Ciclismo Tattico Urbano 3/4 - Salvaiciclisti Roma
Come|Quando|Fuori|Piove

Ciclismo Tattico Urbano 3/4

di Marcello Perotta per Salvaiciclisti Roma

Probabilmente è la voglia di prendersi una boccata d’aria unita al timore nell’uso dei mezzi pubblici che, complice il bonus mobilità, ha visto incrementare di moltissimo il numero dei ciclisti nelle nostre città.

Tanti ciclisti in più sulle strade sono un beneficio per tutti:

Chi sceglie di muoversi in bici di fatto cede il proprio posto su un mezzo pubblico come pure un parcheggio o un posto in fila al semaforo se invece utilizzasse un’automobile. Il  tutto contribuendo a migliorare la qualità dell’aria di tutti.

Come Quando Fuori Piove.

Ho voluto sintetizzare in quattro parole di uso comune, che ricordano la scala dei semi delle carte francesi, cuore, quadri, fiori e picche, la scala gerarchica dei comportamenti e tecniche utili in bici.

Come in una miniserie affronteremo in quattro distinte puntate gli aspetti più importanti dell’andare in bici in città.

Nella prima puntata di questa miniserie a pedali abbiamo calato l’asso di cuori del “Come” andare in bici: come affrontare un ostacolo, quali abilità acquisire, come far fronte ma anche prevedere i comportamenti degli altri utenti che condividono con noi la stessa strada.

Nella seconda puntata abbiamo scoperto la seconda carta: l’asso di quadri del “Quando”. Abbiamo imparato che freddo, caldo, distanza sono falsi problemi divenuti, nell’immaginario collettivo, insormontabili “scomodità” per lo più a causa di una vita fin troppo sedentaria anche per le scelte di trasporto finora fatte.

Abbiamo suggerito esperienze non volendo imporre comportamenti.

Ciclismo tattico urbano – Ep. 3: il “Fuori”.

Fuori in forma di avverbio è per lo più unito a verbi di moto e di quiete.

Movimento e Quiete come possono non ricordarci la bicicletta?

Andare fuori, uscire fuori, lasciare fuori, pranzare fuori: vediamo insieme come compiere queste attività senza per questo perdere la quiete.

La piaga dei furti.

Tra i maggiori ostacoli alla diffusione dell’utilizzo della bicicletta c’è la paura dei furti.

Si ritiene che la questione dei furti abbia colpito oltre il 90% dei “ciclisti urbani” e sia un ostacolo alla diffusione della bicicletta, tanto quanto la mancanza d’infrastrutture ciclabili idonee.

Perché un conto è uscire per una passeggiata in bicicletta e ritornare al punto di partenza senza averla persa di vista, un altro è certamente farne un uso come mezzo di trasporto quotidiano, lasciandola, seppur legata, molte ore incustodita, durante una normale giornata con tutti i suoi numerosi impegni.

Con 400.000 furti l’anno accertati in Italia questa è una vera piaga che colpisce nell’intimo ogni ciclista che nel suo quotidiano utilizzo instaura un rapporto di affetto e complicità con la propria bicicletta, considerandola l’estensione di una parte di se, oltre al mero danno economico.

I furti sono talmente diffusi che sui canali social da alcuni anni sono nate pagine di segnalazione e di avvistamenti sospetti, operative anche a livello locale, come la pagina facebook:

https://www.facebook.com/groups/bicirubatearoma

Esistono inoltre siti specifici, dove registrare la propria bicicletta in maniera preventiva, affinché sia possibile da parte di un ignoto compratore tramite una semplice ricerca web, verificare che non ne sia stato denunciato il furto.

Recentemente è nato un network internazionale al quale ha aderito il primo dei siti italiani lanciato alcuni anni fa per contrastare il fenomeno e che si chiamava WWW.RUBBICI.IT

Questa piattaforma open oggi risponde all’indirizzo web: www.bikeye.org

E’ possibile registrare la proprietà della bicicletta inserendo il numero di telaio, segnalarne il furto o cercare il proprietario di una bicicletta rinvenuta e presumibilmente rubata, utile anche in caso di acquisto di un usato per verificare che non sia stato denunciato il suo furto.

Nonostante tutto questo, una bici rubata difficilmente sarà ritrovata, almeno in Italia.

La scena madre del film diretto da Vittorio De Sica “Ladri di biciclette” – Italia, 1948

Come proteggerci dai furti.

Il furto delle biciclette è sempre esistito e la titolarità di una bicicletta è dimostrabile solo a determinate condizioni:

  1. Conservazione della fattura di acquisto.
  2. Nel caso di un usato, copia della fattura di acquisto rilasciata dal precedente proprietario e/o dichiarazione di cessione in carta semplice corredata dalla stampa dell’annuncio di vendita riportante il numero di telaio che ormai ogni produttore stampa nella parte inferiore del movimento centrale. Nel caso di telai in carbonio il numero sarà inciso sul telaio o stampato su un adesivo: se mancano sia l‘incisione nel telaio che l’adesivo fare attenzione ed evitare l’acquisto. Se non è dimostrabile la provenienza evitare l’acquisto e rimandare ad altro. (si è a rischio di una denuncia per ricettazione se la bicicletta è provento di furto)
  3. Una volta acquistata, che sia nuova o usata, fotografare la bicicletta in ogni suo particolare con particolare attenzione ai numeri di telaio in una proprietà privata personale, casa – box – giardino condominiale che dimostri la proprietà della foto.

E’ inoltre una buona pratica infilare nel tubo sella e nel telaio bici, un foglietto riportante l’anagrafica del proprietario e un recapito telefonico. Se non si vogliono indicare nomi e cognomi riportare il numero di un documento in corso di validità.

Tutto questo dimostrerà alle forze dell’ordine, in caso di furto e magari di rintraccio, che la bicicletta è vostra segnalando il biglietto nascosto.

Fin qui abbiamo messo in opera quanto necessario per dimostrare il possesso della bicicletta.

Ora passiamo alla difesa passiva, quella che renderà più difficile un furto con l’adozione di un antifurto.

Lucchetti, catene e antifurti elettronici.

 Innanzitutto mai lasciare la bicicletta slegata anche solo per un minuto!

La sicurezza di una catena e la sua leggerezza sono due caratteristiche che purtroppo non possono coincidere nello stesso dispositivo: una è l’antitesi dell’altra.

Investire nell’acquisto di un buon lucchetto una cifra tanto più elevata quanto più elevato è il valore economico della bicicletta o quello affettivo, ci protegge da un dispiacere, consapevoli che l’investimento ci potrà seguire per tutta la vita, trasferendo il suo utilizzo in più mezzi se decideremo di cambiare la bicicletta.

Alcuni produttori qualificano con una scala da 1 a 15 il livello di sicurezza e questo è già indicativo della bontà del prodotto che stiamo per acquistare, altri forniscono un’assicurazione furto tramite la registrazione del prodotto.

Per avere un riferimento in termini economici non andrebbe mai speso meno di 70/80 euro per l’acquisto di un buon dispositivo antifurto.

Alla catena andrebbe preferito un lucchetto di tipo rigido a U. Alcuni vengono forniti con una corda in acciaio dotata di anelli alle estremità utile per legare sia la ruota anteriore che la posteriore per evitarne il furto.

Scegliete un lucchetto a U largo lo stretto necessario perché non possa essere inserito nulla che possa romperlo come ad esempio il crick a compasso di un’automobile.

Evitare di legare la bici ai pali delle indicazioni stradali: a questi pali, dalla sezione molto limitata, basta una semplice strattonata perché siano sfilati dall’asfalto rendendo facilmente asportabile la bici.

I ladri attrezzati dispongono di tenaglie e smerigliatrici a batteria, oggi facilmente acquistabili con poche decine di euro anche nella grande distribuzione.

Per difenderci e innalzare la sicurezza e la difesa passiva, dobbiamo aggiungere il nostro sesto senso, cercando di posteggiare la bicicletta in luoghi di forte passaggio, davanti a telecamere, esercizi commerciali o luoghi sensibili quali gioiellerie, negozi con sistemi di telecamere o caserme.

Se il parcheggio è abituale, potrebbe essere una buona idea lasciare nel posto di arrivo una catena di quelle cementate, molto più pesanti e che quindi ritroverete ogni giorno a destinazione. Il decoro urbano va considerato, ma se non si abbandona e si usa quotidianamente difficilmente arrecherà disagio. Potrete semmai indicarci un vostro recapito telefonico fissandoci uno di quei portachiavi plastificati.

Se la zona non è sicura o non è vostra abituale zona di frequentazione, evitare di lasciare la bicicletta in strada e rivolgetevi a un parcheggio privato che con pochi euro vi custodirà la bicicletta durante la vostra assenza.

Spesso i gestori di queste attività non vogliono assumersi il rischio di un eventuale furto all’interno dei loro locali: basta spiegare che, anche se custodita, la legherete, così come avreste fatto in strada: difficilmente vi diranno di no e che siete disposti a pagare la tariffa necessaria.

Sono disponibili anche antifurti GPS che vanno occultati nel telaio e che segnalano la posizione della bicicletta attaverso app sugli smartphone segnalando tentativi di furto con un sensore di movimento. Il costo non è trascurabile e il loro funzionamento è subordinato alla registrazione di una sim card telefonica per l’invio dei dati necessari a segnalare il posizionamento.

Li trovate nei normali canali di acquisti online sotto la voce “GPS Tracker”.

 

La bicicletta in casa.

La custodia notturna della bicicletta rappresenta un vero grattacapo se non si dispone di un posto sicuro dove lasciarla. Molti colpi vengono portati a segno in box, garage e cantine condominiali dove con un solo blitz vengono sottratte decine di biciclette.

Anche in cantina o al box assicurate la vostra bicicletta con una robusta catena.

In questo caso, potendola lasciare fissa, potrete utilizzare una catena ancora più sicura e pesante magari ereditata dai tempi in cui eravamo motociclisti: fissatela comunque a un altro mezzo o a un occhiello fissato a muro.

Certamente il luogo più sicuro dove parcheggiare la propria bicicletta rimangono le quattro mura di casa.

Questo non sempre è possibile se si abita in un piano alto o in palazzi senza ascensore: in entrambi i casi considerare l’acquisto di una bicicletta pieghevole, che entri comodamente in ascensore e che occupi poco spazio in casa, potrebbe essere la scelta giusta.

In tutti gli altri casi, la bicicletta può essere un bellissimo oggetto d’arredamento.

La paura dei furti non deve ostacolare lo sviluppo della ciclabilità: sta a noi con un piccolo sacrificio economico e un minimo di attenzione contrastare questo problema.

Del resto, così come auspichiamo parità di diritti e doveri sulla strada, almeno questa è una preoccupazione che ci fa sentire meno diversi dagli utilizzatori degli altri mezzi di trasporto anche se non è proprio il caso di dire “Mal comune, mezzo gaudio”.