Con i Rider contro lo sfruttamento - Salvaiciclisti Roma

Con i Rider contro lo sfruttamento

I ciclofattorini scioperano venerdì 30 ottobre, chiedono condizioni di lavoro dignitose

La rete RiderXiDiritti convoca una giornata di sciopero per venerdì 30 ottobre contro l’accordo truffa siglato tra Assodelivery (che raggruppa i pesi massimi Deliveroo, Uber Eats, Glovo e Just Eat) e il sindacato di comodo UGL. I fattorini in bicicletta chiedono a tutte e tutti di appoggiare la loro protesta boicottando queste piattaforme nella giornata di venerdì.

L’associazione Salvaiciclisti Roma – Sic Roma a.p.s.  con Ciclostile,  in uno al Coordinamento Associazioni e Movimenti Cicloattivisti e Ambientalisti. sta dalla parte dei ciclofattorini. Per noi il lavoro è dignità e la bicicletta è un simbolo di libertà, pertanto non lasceremo che delle multinazionali senza scrupoli trasformino la bicicletta in uno strumento di sfruttamento dei lavoratori.

L’oggetto del contendere è l’applicazione del “contratto truffa” siglato tra Assodelivery e UGL (l’erede del braccio sindacale del MSI) e contestato dai sindacati confederali CGIL, CISL e UIL, nonché dalle Union dei fattorini stessi. Al di là del difetto di rappresentanza, riconosciuto persino dal Ministero del Lavoro, è evidente l’intento di aggirare la legge 128/2019, bloccando l’introduzione di una paga oraria in linea con i livelli salariali stabiliti dai contratti nazionali della logistica e mantenendo il cottimo. La legge sarebbe entrata in vigore proprio il primo novembre; in questi giorni migliaia di fattorini in tutta Italia si trovano davanti al ricatto di rescindere il precedente contratto e firmare il contratto truffa, o perdere il lavoro.

La magistratura: è caporalato

Una situazione di sfruttamento che si protrae oramai da anni. Mentre durante il lockdown la solita stucchevole retorica chiamava i ciclofattorini “eroi”, essi erano soggetti a vessazioni e multe salatissime.

I rider sono spesso reclutati tra le fasce più fragili della società, e se la pizza è assicurata, chi la porta non lo è. I lavoratori devono spesso pagare di tasca loro le cure a seguito di investimenti e infortuni, quando va bene. A Zohaib, invece, rider Glovo di Torino, che lavorava per aiutare la sua famiglia in Pakistan, è andata male: travolto da un automobilista che poi è scappato lasciandolo in fin di vita alla fine del 2019; un episodio che ha scatenato le proteste dei lavoratori torinesi.

Le aziende del food delivery sono consapevoli dello stato di bisogno di molti lavoratori che le pone in una posizione di forza: “Abbiamo creato un sistema per disperati” è il giudizio di una dipendente di Uber Italia, subito redarguita dalla manager Gloria Bresciani, indagata per caporalato insieme ad altre otto persone. L’azienda approfittava “dello stato di bisogno dei lavoratori, migranti richiedenti asilo, dimoranti presso centri di accoglienza straordinaria e provenienti da zone conflittuali (Mali, Nigeria, Costa d’Avorio, Gambia, Guinea, Pakistan, Bangladesh) e pertanto in condizione di estrema vulnerabilità e isolamento sociale”, si legge nel decreto di commissariamento di Uber Italia. Il Pm Paolo Storari nell’avviso di chiusura indagini aggiunge che i lavoratori “venivano sottoposti a condizioni di lavoro degradanti, con un regime di sopraffazione retributivo e trattamentale, come riconosciuto dagli stessi dipendenti Uber”, “pagati a cottimo 3 euro a consegna […] indipendentemente dalla distanza da percorrere, dal tempo atmosferico, dalla fascia oraria (diurna/ notturna e giorni festivi) […] derubati delle mance [e] puniti [attraverso] una arbitraria decurtazione (cosiddetto malus) del compenso pattuito, qualora i rider non si fossero attenuti alle disposizioni impartite”. Sono agli atti contributi previdenziali mai versati e ben 5154 euro di “mance da non pagare”, trovate in un file nascosto.

L’invito è dunque per i fattorini a incrociare le braccia venerdì 30 ottobre, e a chi usa i servizi di consegna a domicilio di solidarizzare boicottando le piattaforme aderenti ad Assodelivery.

Immagine di copertina: Riders Union Bologna

NB: una versione ridotta di questo testo è stato adottato dal Coordinamento Associazioni e Movimenti Cicloattivisti e Ambientalisti

Sottoscrizioni

Centro Sociale Bruno, Trento
Ciclostile – ciclofficina popolare del Centro Sociale Bruno
Bologna A.p.s.
Consulta Comunale della Bicicletta di Bologna
Italian Cycling Embassy
Milano Bicycle Coalition
Famiglie Senz’Auto
Salvaiciclisti Roma A.p.s.
FIAB Trento – Amici della Bicicletta
Kyoto Club
Alleanza Mobilità Dolce
Bikeitalia.it
Consulta della Mobilità Ciclistica e della Moderazione del Traffico, Torino
Legambiente Onlus
Rete Vivinstrada
Bike4City A.p.s.
Fondazione Michele Scarponi Onlus
Ecoborgo Campidoglio, Torino
Associazione hub.MAT, Olbia
Associazione Efesta, Bologna
Ciclofficina Làbike, Bologna
Bike Pride Fiab Torino
Massa Marmocchi – Milano

 

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