LA PIRAMIDE CESTIA: UN ANGOLO D'EGITTO COL CAOS INTORNO
piramide cestia 3

LA PIRAMIDE CESTIA: UN ANGOLO D’EGITTO COL CAOS INTORNO

Arrivando alle mura aureliane lungo la via Ostiense, oggi trafficatissima arteria che ricalca l’antica strada che portava a Roma dall’antico porto di Ostia, la si vede là, irreale come un marziano sceso dalla Luna: una piramide. In mezzo al traffico a molti ricorda piuttosto un monumento neoclassico o addirittura fascista.

E con la Luna sembra aver a che fare il colore surreale del marmo che la ricopre. Tanto che nella mia fantasia l’antico nome del marmo di Carrara, lunense, gioca, oltre che con l’antica città di Luni, con il nostro benamato satellite e le sue fasi.

Il traffico si riversa in pochi metri verso la stazione Lido che collega Ostia, la stazione della metro, la stazione ferroviaria Ostiense o continua verso Circo Massimo o Trastevere. La Piramide Cestia è là, col traffico che gli gira intorno tagliando il legame imperiale con l’antica porta Ostiense.

1890

Inglobata dalle mura

Alla fine del III secolo, quando il pericolo delle invasioni delle tribù germaniche si fece concreto, la capitale dell’impero, cresciuta oltre le mura regali, simbolo della potenza e dello spirito militare dell’antica civiltà romana, ebbe bisogno di un nuovo sistema di difesa che inglobò tutto ciò che si trovava nel suo tragitto, compresa la nostra piramide. Fu la sua fortuna. Le nuove mura furono costantemente restaurate e l’ultimo servizio lo resero a papa Pio IX quando cercò, invano, di impedire l’unità d’Italia. Il conseguente passaggio della città papalina in capitale moderna ha causato quegli stravolgimenti che hanno trasformato la zona un nodo centrale del traffico su gomma e su ferro.

La porta a fianco della piramide, già Porta Ostiense e oggi Porta S. Paolo, nell’antichità accoglieva chi arrivava dal mare e in seguito i pellegrini dalla basilica papale costruita sulla tomba dell’apostolo Paolo (al quale oggi è dedicata). Oggi si staglia di fronte all’automobilista che solo distrattamente la nota nell’enorme piazzale che è a un tempo rotonda, parcheggio e incrocio.

piramide 1
1943

Quando era di moda l’Egitto

Così ripide le piramidi egiziane non sono, e da ringraziare è il cuore cementizio che le donarono nel I a.C. gli antichi romani. L’ Opus Caementitium, nome che indica una mescolanza di malta, calce mescolata con sabbia, pozzolana o cocciopesto, e di caementa, ossia pietre grezze o frammenti di pietra spezzati o ghiaia; fu perfezionata dai Romani a tali livelli che Vitruvio nel suo De Architettura scrive: “la pozzolana di Baia o di Cuma fa gagliarda non solo ogni specie di costruzione ma in particolare quelle che si fanno in mare sott’acqua”. Il calcestruzzo faceva presa e induriva anche in acqua, senza la necessità del contatto con l’aria, consentendo così la produzione di malte ad alta resistenza e rapido indurimento. Fu una vera e propria rivoluzione soprattutto per una civiltà come quella romana che, all’epoca, era molto pratica e si vantava dei propri acquedotti e strade come raffinati lavori di ingegneria al cui confronto le piramidi d’Egitto, sostenevano, non erano granché.

piramide 4

La data di costruzione della piramide, tra il 18 e il 12 a.C., si conosce grazie alle iscrizioni trovate. Il nome dell’ospite – proprietario, si può ancora chiaramente leggere su una delle facciate: Caio Cestio Epulone. Gli Epuloni erano sette sacerdoti responsabili di tutti i banchetti pubblici. Per comprenderne l’importanza pensiamo a una moderna corporazione che gestisce in esclusiva il catering degli eventi di stato. Il nostro Caio doveva essere ricchissimo se poté permettersi una tale tomba (ma sappiamo dalle fonti che non era l’unica piramide), ma anche di farla completare nel giro di trecentotrenta giorni con tanto di statue e tappeti d’oro, pena la perdita delle ricchezze lasciate da parte degli eredi. L’oro in realtà non poté essere usato a causa di una legge che Giulio Cesare in persona dovette formulare per limitare le costose fantasie dei suoi concittadini più facoltosi. E così, come leggiamo in uno dei lati della piramide: gli eredi vendettero i tappeti e con il ricavo ne fecero delle bellissime statue che furono usate ad ornamento dell’esotica tomba.


… Continua: Seconda parte


Resta connesso con il blog dell’Associazione Salvaiciclisti Roma. Ogni giorno pubblicheremo contenuti autentici sul ciclismo urbano a Roma. Seguici dove più ti piace sulla nostra pagina Facebook, su Twitter o direttamente da qui. Raccontaci la tua esperienza, compila il questionario.