Piste ciclabili: quali tipi esistono secondo il codice? - Salvaiciclisti Roma
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Piste ciclabili: quali tipi esistono secondo il codice?

Abbiamo visto in un precedente articolo cosa dice la legge sulla percorribilità delle piste ciclabili. Qui analizziamo i diversi tipi di pista ciclabile.

Segnali

I segnali verticali che indicano la presenza delle piste ciclabili sono i seguenti:

inizio pista
Segnale di Inizio Pista Ciclabile
Segnale di Fine Pista Ciclabile
Segnale di Fine Pista Ciclabile

Questo segnale indica l’inizio e la fine di una pista ciclabile dove possono transitare esclusivamente le biciclette.

pistacontiguainizio
Segnale di Inizio Pista Ciclabile contigua al marciapiede
pistacontiguafine
Segnale di Fine Pista Ciclabile Contigua al marciapiede

Questi segnali indicano l’inizio e la fine di una pista riservata alle biciclette affiancata e parallela ad un marciapiede, ad un viale pedonale o comunque ad un percorso riservato ai pedoni, ma da quest’ultimo nettamente separata.

percrosopedoniinizio
Segnale di Inizio Percorso Unico Biciclette e Pedoni
percorsopedonifine
Segnale di Fine Percorso Unico Biciclette e Pedoni

Questi segnali indicano l’inizio e la fine di un percorso unico ed ad uso promiscuo riservato al transito di pedoni e ciclisti.

Codice e sicurezza

Le biciclette sono considerati dal Codice della Strada come veicoli e lo stesso codice all’art. 1 primo comma sancisce che: “La sicurezza delle persone, nella circolazione stradale, rientra tra le finalità primarie di ordine sociale ed economico perseguite dallo Stato”. Al fine di realizzare le condizioni di sicurezza soprattutto negli spostamenti cittadini, il ciclista urbano chiede la realizzazione di piste ciclabili, che altro non sono che percorsi protetti o comunque riservati alle biciclette, dove il traffico motorizzato è escluso.

Tipi di piste

Avendo riguardo alla sicurezza l’art. 4 del DECRETO MINISTERIALE 30 novembre 1999, n. 557 rubricato Ulteriori elementi per la progettazione stabilisce:

“ 1. Gli itinerari ciclabili, posti all’interno del centro abitato o di collegamento con i centri abitati limitrofi, possono comprendere le seguenti tipologie riportate in ordine decrescente rispetto alla sicurezza che le stesse offrono per l’utenza ciclistica:

  1. a) piste ciclabili in sede propria;
  2. b) piste ciclabili su corsia riservata;
  3. c) percorsi promiscui pedonali e ciclabili;
  4. d) percorsi promiscui ciclabili e veicolari.

“2. Gli itinerari ciclabili possono essere utilizzati per esigenze prevalentemente legate alla mobilità lavorativa e scolastica quale sistema alternativo di trasporto per la risoluzione – anche se parziale – dei maggiori problemi di congestione del traffico urbano o per esigenze prevalentemente turistiche e ricreative”.

Definizioni

L’ art. 6 del D.M. n. 557 DEL 1999 rubricato Definizioni, tipologia e localizzazione identifica le diverse piste ciclabili di cui all’art. 4:

  • Piste ciclabili in sede propria sono dei percorsi che corrono paralleli a strade aperte al traffico veicolare, ma separati da cordoli, marciapiedi o transenne, ringhiere, piolini, in modo da rendere impossibile la commistione con il traffico veicolare (1).
  • Piste ciclabili con separazione ottica/logica (corsie) sono parti di carreggiata riservate al transito delle biciclette, indicate solo da segnaletica verticale e orizzontale (doppia striscia bianca e gialla, analoga alle corsie preferenziali), senza separazioni fisiche (1).
  • Piste ciclabili contigue al marciapiede, la pista ciclabile è separata dal flusso pedonale tramite striscia bianca continua e con il facoltativo fondo colorato (generalmente rosso) che innalza la riconoscibilità e riduce il conflitto derivante da utilizzo improprio da parte di pedoni. Il grado di separazione dal traffico motorizzato è simile a quelle delle piste ciclabili in sede propria, ma minore rispetto al flusso pedonale, riducendo in tal modo la velocità di scorrimento dei ciclisti. Anche in questo caso si ha un alto grado di sicurezza oggettiva e soggettiva per i ciclisti (1).
  • Percorsi ciclo-pedonali o promiscui fanno confluire su una infrastruttura comune pedoni e ciclisti, mantenendo un buon grado di protezione rispetto al traffico motorizzato, ma tendono a mettere in conflitto pedoni e ciclisti, annullando il vantaggio del percorso riservato soprattutto nei casi in cui ambedue i flussi, pedonale e ciclabile, siano intensi (1).

Grado di sicurezza

Il legislatore attraverso la determinazione degli elementi utili per la progettazione delle piste ciclabili ne ha definito anche il grado di sicurezza. Le piste ciclabili in sede propria riducono al minimo i rischi derivanti dalle invasioni da parte di mezzi a motore oltre ad evitare le possibili collisioni. Questo tipo di piste ciclabili, separate fisicamente dalle carreggiate ove transitano i veicoli a motore, aumentano la percezione soggettiva della sicurezza da parte dei ciclisti.

La presenza di piste (di ogni tipo) è di incentivo all’uso della bicicletta negli spostamenti cittadini di un numero sempre maggiore di persone, e contribuisce allo spostamento di quote di mobilità dal mezzo motorizzato privato alla bicicletta, riducendo in tal modo congestione e inquinamento nelle città.


Credits copertina Claudio Mancini


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