Sabato un uomo armato di furgone ha ucciso Michele Scarponi
Ci fosse stato anche solo un giornale che abbia scritto un titolo del genere.
Michele è morto svolgendo il suo lavoro ed è successo nonostante indossasse i Dispositivi di Protezione Individuali. E nonostante fosse un serio e stimato professionista.
Michele sapeva bene quello che faceva e i rischi che correva, non era uno sprovveduto. Aveva aderito alla campagna di Salvaiciclisti e ci aveva prestato il suo sorriso.
Nonostante ciò è morto, ammazzato sulla strada. E invece di leggere questo, ho letto le solite nefandezze sul “casco obbligatorio” e sull'”assicurazione per i ciclisti”. Evidentemente scritte da sporcafogli che non hanno mai messo il sedere su un sellino.
Michele è l’esempio triste del fatto che se vieni investito puoi indossare il casco ma subirai dei danni o ci rimetterai la pelle.
L’obbligo del casco non Salvaiciclisti,
salva le assicurazioni dal pagare i danni.
L’obbligo del casco riduce la sicurezza dei ciclisti, proprio perché ne riduce il numero in strada, lo sanno bene in Olanda e Danimarca, dove non vige questo obbligo e sono più i ciclisti che le auto circolanti, lo sanno ancora meglio in Nuova Zelanda dove hanno cancellato l’obbligatorietà.
Indossare un casco può aiutare a ridurre i danni ma, una seria educazione stradale e un rispetto del Codice della Strada fanno molta più sicurezza e non solo per i ciclisti.
L’obbligo del casco è la soluzione alla Ponzio Pilato.
Obbligare a casco e assicurazione riduce il numero dei ciclisti, rendendo quelli rimasti meno sicuri.
Educare al buon senso
e al rispetto del Codice della Strada Salvaiciclisti, i pedoni, gli automobilisti.
Inutile stare a sprecare lettere per chiarire un concetto semplice, non è l’obbligo del casco per i ciclisti che eviterà di vederne investiti.
Scusa Michele se ti ho usato per mettere in evidenza l’ignoranza di chi scrive cose a caso: scusa Anna se non ho rispettato il tuo dolore ma, voglio che i vostri gemelli e i miei figli possano vivere strade migliori.
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