Simona Larghetti: ‘con le tue gambe puoi arrivare dove vuoi’
Simona Larghetti, Presidente di Salvaiciclisti Bologna, fondatrice di Dynamo, la velostazione di Bologna, ha iniziato a andare in bici perché si annoiava ad aspettare il tram. A chi vuole prendere la bici per la prima volta a Roma consiglia di ‘farsi adottare’.
Ciao, sono Simona, ho (quasi) 32 anni. Considero la mia famiglia l’insieme di persone che amo, dai miei genitori, mio fratello, le amiche e gli amici con cui ho vincoli affettivi imprescindibili, con i quali sono cresciuta e che mi hanno determinata come fanno i fratelli e le sorelle. Mi sto per sposare con una persona con cui lavoro fin da quando ci siamo conosciuti. Per me amore e lavoro sono due cose molto vicine. Lavoro infatti per qualcosa che amo: promuovere la mobilità ciclistica a Bologna e in Italia. In particolare con un progetto che si chiama Dynamo Velostazione, un centro servizi e cultura per la bici proprio di fronte alla Stazione e che nei suoi primi 20 mesi di vita ha dato casa a 20.000 biciclette. Saltuariamente collaboro anche con Bikenomist, l’azienda editrice del portale Bikeitalia.it. A Dynamo mi occupo di comunicazione, controllo di gestione, rete di collaborazione, e rapporti con Salvaiciclisti Bologna, l’associazione responsabile del progetto velostazione e che di fatto ospita le attività della cooperativa. Per Bikenomist invece organizzo eventi.
Bici
A lavoro vado in bici. Ho varie bici ma alla fine uso sempre la fissa scassona montata da me con 200 euro di componenti.
Non uso la bici quando vado in vacanza in un posto non raggiungibile con il treno, quando sono malata e devo andare al Pronto Soccorso o in Ospedale. Non vado in bici quando accompagno qualcuno che vuole andare a piedi.
Al momento ne ho poche, non sopporto di possedere delle bici che non uso e sono molto abitudinaria. Quindi a parte la cargo in condivisione e un tandem a 3 ruote da parata, solo la fissa che uso ogni giorno e la bici da viaggio, una tedesca ibrida con un manubrio enorme e il cambio nel mozzo, molto divertente. Poi abbiamo un paio di ravaldoni utili a amici appiedati, bici cortesia per ospiti e riserva per eventuali logistiche difficili.
Considero la bici importante perché mi rende libera, motivata, attiva, ha strutturato la mia mentalità anche sul lavoro: non ci sono condizioni esterne a determinare il tuo destino, con le tue gambe puoi arrivare dove vuoi.
Routine
Faccio quasi tutto con la bici: vado a lavoro, mi muovo in città per appuntamenti di lavoro non in sede (ieri ad esempio ho fatto 35 km totali tra vari appuntamenti, tanti per Bologna), vado a trovare gli amici o li raggiungo in locali. Ho anche una cargo per fare la spesa ma non la uso quasi mai perché è il mio compagno a fare la spesa, quindi la cargo Load superlusso Rise&Muller se la gode lui.
L’inizio
Vivevo a Milano. Le macchine mi facevano spavento per aggressività e puzza, mi annoiavo ad aspettare il tram. Quando un’amica in partenza mi ha regalato la sua bicicletta ho capito cosa fosse la libertà: da orari, da costi eccessivi, dalla costrizione a stare fermi ad aspettare di arrivare da qualche parte. Insomma, libertà di movimento.
Lavoro
Lavorando in un ambiente come la Velostazione si condivide la forte abitudine e motivazione verso la bici. In generale pensano che sono eccessivamente apprensiva e severa, irascibile e umorale, istintiva e furibonda nel bene e nel male. Ma tutto questo non dipende dalla bici, anzi, quello è l’unico modo per placarmi, per cui spesso mi invitano a usarla di più!
Consiglio ai giovani
Di evitare ogni forma di retorica polarizzata sul fatto che i giovani non abbiano alcuna opportunità e che siano destinati al precariato o che viceversa debbano inventarsi la start-up innovativa e fare paccate di soldi con l’idea del millennio. Viviamo in una società poco strutturata, questo è un fatto, non ci sono strade certe in nessuna direzione. Unico modo per capire cosa sia adatto a noi stessi è fare tante esperienze, misurare la propria voglia di divorare la vita con la necessità di fare un passo alla volta, crescendo per esperienze progressive. Diffidate da chi vi promette di fare un salto da 0 a 100, sia economico, professionale che umano.
Ai romani
Ho pedalato a Roma varie volte durante le mie visite ai compagni di Salvaiciclisti-Roma, è una città meravigliosa da pedalare in bici. Con il fatto che il traffico è perennemente bloccato, non l’ho mai trovata (salvo alcune strade dove le auto raggiungono velocità elevate) particolarmente pericolosa. Sono solo le strade ampie a fare paura ma trovo che sia piacevolissimo e sicuramente molto più veloce di altri mezzi. Il consiglio numero 1 per chi vuole iniziare a andare in bici a Roma è quello di iniziare facendosi accompagnare da una persona più esperta che vi dia sicurezza e vi insegni qualche trucchetto per sentirsi meno in pericolo. Fatevi adottare, in breve tempo diventerete bravissimi e coprirete distanze che non avete mai immaginato prima!
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